I problemi della metafisica
Non banali sono tali problemi, come non banale è essere arrivati fin qua a comprendere tutto avendo zero preparazione in ambito filosofico. Riassumerò pertanto la storia della struttura dell’informazione, dunque in forma cronologica, con nomenclature specifiche rifacendomi sopratutto agli studi di Piaget per elargire il tutto verso una nuova forma di ontologia che offrirò nel prossimo punto:
- Empirismo: è il tipo di sistema filosofico che riguarda un’alienazione di sé dalla natura e che porta a concepire il proprio pensiero come slegato da essa, tanto che la conoscenza la si va ad ottenere alla stregua di un algoritmo di machine learning, per mezzo quindi di ripetizioni e di dati, con l’unica differenza che gli algoritmi di machine learning sono algoritmi matematici semplici e non sottoposti ad euristiche o ad influenze psicologiche (condizionamento classico, condizionamento emotivo, condizionamento operante, etc.).
- Metafisica: è il tipo di sistema filosofico che ha permesso di attraversare la monarchia sacrificale (per mezzo del sacrificio ottenere lo spirito), per poi arrivare dal culto degli spiriti (o culto degli antenati) al politeismo, deificandoli, arrivando in conclusione al monoteismo, ossia allo spirito più universale tra tutti gli spiriti. Questo tipo di filosofia costruisce da un dataset disorganizzato pertanto una struttura ad albero o gerarchica, così da capire unicamente per sintesi, cosa sia che vi possa essere di comune tra i particolari.
- Scienza: in questa fase, che è quella dell’alienazione tra sé stessi e l’alterità, vi è il tentativo di contraddire la religione, arrivando a dare una sorta di spiegazione rispetto all’esistenza dei particolari ma non degli universali, come fossero in realtà delle caratteristiche unicamente prodotte a partire dai particolari stessi. In altre parole come se tutte le formulazioni, fossero il frutto di argomentazioni di basso livello e fosse futile arrivare a parlare di argomentazioni di alto livello. Pertanto in questo stadio vi è altresì un tentativo di razionalizzare l’uomo, così che per mezzo di ciò che funziona, della tecnica, l’uomo possa liberarsi della dittatura degli universali, degli spiriti (direbbe Max Stirner).
- Morale umanistica: al fine di convogliare le informazioni tecniche si arriva a constatare che al fine di non perdere l’umanità, ossia i valori morali, dati dall’anima dell’uomo (conseguenza filosofica della tradizione cristiana), si deve portare la tecnica ad essere considerata uno strumento dell’irrazionalità umana, così che l’uomo possa rendersi libero e dunque soddisfare tutte le proprie esigenze umane. Questo se non fosse che ciò che è irrazionale è il prodotto negato di ciò che è razionale, ossia relazionato al mondo, alla realtà (a ciò che è mondano, direbbe Heidegger), portando così l’uomo ad una dimensione di confusione e di oscillazione tra infante e scienziato, producendo più balocchi che scienza.
- Tecnocrazia: dall’infantilità degli uomini poiché irrazionali, o si rendono responsabili per mezzo di istituzioni tecniche, ossia centralizzazioni che assumono l’iniziativa di poter rendere efficiente la distribuzione di servizi che assecondino i desideri umani, oppure rimangono infantili e vivono servendo la centralità, fondamento dell’assistenzialismo. Va così a formarsi il concetto di stato o di istituzione e va così a formarsi un sistema tecnico che porta alla dominazione dell’uomo. In tale fase vige anche un sistema di vacuità, dove cioè avviene un citazionismo estremo senza potere distinguere il vero dal falso. Carmelo Bene in tal senso affermò che le scuole o le università, al pari dei media, non informano i fatti, ma informano sui fatti, propagandando il tutto come informazioni da assimilare per poterne parlare alla stregua di una notizia di cronaca giornalistica priva di qualsiasi contenuto che interessa l’individuo, che possa essere correlato alla volontà di ciascuno, una volontà inumana, cioè priva dalla corruzione irrazionale, poiché considerato razionale solo ciò che è tecnico. Sarebbe utile distinguere di fatto questa fase come la collisione tra scienza e morale umanistica, poiché criticandosi a vicenda, si scopre che entrambe le critiche sono vere e che sia la morale umanistica che scienza sono in contraddizione. Questo porta all’ingresso di sovrastrutture come lo stato e le istituzioni, le quali vanno a sostituire il sapere con il potere: con l’azione assoluta e la legge assoluta. La vacuità è pertanto il primo passaggio ed implica un’assenza di struttura, la quale poi culmina proprio nell’uomo prima sottomesso allo spirito e poi sottomesso dallo spirito che è sottomesso a sua volta dall’ente. Pertanto la sequenza corretta, nonché quella storica, sarebbe vacuità, statalismo e statalismo tecnico.
- Nichilismo: in questa fase vi è una confusione generale tra i significati e le teorie, tanto che non potendo più discutere di nulla a livello teorico si arriva ad un’alienazione tra sé e la propria individualità, che in questo caso sarebbe meglio chiamare come leib, che in tedesco significa “corpo che vive”. Vi è una fase in cui ognuno cerca di costituire una propria etica alternativa ma che finisce sempre per essere inclusa in quella di regime (ossia vigente). La scienza viene dunque fondata sul potere della tecnica e quindi su una serie di costituzioni irrazionali messe per iscritto, manifestando quindi una vita paritaria e condotta secondo canoni standard definiti dal potere stesso. In tal senso è possibile definire ciò come biopotere. In altre parole, il nichilismo è la fase in cui il potere riguarda il procurare e formare benessere.
- Ontologia: questa è la fase in cui ci si riinterroga riguardo l’essere, ed è la fase in cui viene decostruita la metafisica al fine di ritrovare un senso alla filosofia, ossia al reinterrogarsi rispetto al tutto, all’essere. E tale ontologia, al fine di non perdersi nei meandri della metafisica e dunque delle fasi precedenti, altro non è che il mezzo per giungere alla costituzione di una teoria dell’informazione che sia libera dalla tecnica e sia intelleggibile e dinamica. Per questo motivo la teoria dei grafi è la teoria che più si adatta a questa prospettiva. Ma vorrei esporne i concetti solo in seguito.
Come si può notare dalla mappa, prima tutti gli enti sono dotati di spirito, poi lo spirito viene separato dall’ente, poi si cerca di eliminare lo spirito lasciando solo l’ente, poi arriva l’uomo come tema, come sub-spirito (lo definisco così perché in filosofia sta a metà tra carne e anima), ma in seguito anche gli uomini si fanno sovrastare dallo spirito, ciò porta ad un ribaltamento strutturale e alla fine gli enti finiscono per governare l’uomo. Heidegger in “Essere e tempo” arrivò a scrivere una risoluzione deus ex machina, ovvero dove solo un dio avrebbe potuto salvare l’uomo dal declino di tale sistema, ossia un mondo in cui siano gli enti a governare l’uomo con la produzione di spiriti. Nell’intervista con lo Spiegel Heidegger asserì infatti tali parole:
«la filosofia non potrà produrre nessuna modificazione immediata dello stato attuale del mondo. E questo non vale solo per la filosofia, ma per ogni riflessione e per ogni aspirazione degli uomini. Solo un Dio, ormai, può aiutarci a trovare una via di scampo. Vedo, come unica possibilità di via di scampo, questo: preparare, nel pensiero e nella poesia, una disponibilità e una prontezza per l’apparizione del Dio oppure per l’assenza, il dis-stanziarsi, del Dio nel tramonto; in modo che il nostro destino non sia quello, per dirla brutalmente, di “crepare”, ma che sia, se dobbiamo tramontare, quello di tramontare al cospetto del Dio assente».
Questo significa che il tramonto dell’uomo sarà nei riguardi di un sistema che incapace di dare informazioni in maniera relazionale ma solo in maniera trascendente o immanente, sarà destinato a subire lo svuotamento dello spirito, così che l’unico vero dio si rivelerà essere ente, così che esso si assopisca come fautore di ideologie, di spiriti, i quali controlleranno gli uomini, che nella morale umanistica si erano posti illusoriamente al centro di tale sistema. Se prima era lo spirito a creare dal non essere gli enti, ad ora sono gli enti a creare da sé gli spiriti, dove questo creare non è nemmeno corretto, poiché dovrebbe essere una forma propositiva di esistenze che però al contempo dovrebbe essere contraddetta dall’inversione rispetto al moto che va dallo spirito all’ente. La mappa postata sopra è semplificata di molto, l’ultimo tra i sistemi applicato al mondo reale e alle informazioni della storia dell’uomo, dovrebbe avere dei rami con tutti i casi precedentemente osservati. In ambito informatico difficilmente si andrà a costituire un progetto del genere, un progetto dove verranno incluse le nozioni di tutto il globo. Ci sono già le enciclopedie elettroniche a tale scopo e seppur documentino il tutto, non sono complete, poiché necessitano sempre di uomini per fare in modo che vadano compilate. A tale scopo nell’industria contemporanea si parla molto di industria 4.0 e di IoT (internet of things, internet delle cose), ossia dello sfruttamento delle reti per fare sì che siano le macchine, gli enti più subdoli ma potenti, ad osservare la realtà sicché possano formulare tesi che ideologizzate possano decidere al posto degli uomini. Potrei parlare della strumentalizzazione della scienza tramite l’autorità delle istituzioni e potrei parlare delle critiche mosse da filosofi come Feyerabend dove propongono invece una risoluzione anarchica della scienza, nonché della possibilità della libera revisione degli articoli scientifici e filosofici (questione in linea ed analoga al concetto di open source, per intenderci), ma ovvierei alla conclusione di questo lungo discorso.
Nel prossimo articolo andremo a dare uno sguardo verso un nuovo sistema sviluppato a partire dalla fatidica reinterrogazione di Heidegger riguardo l’essere e le sue conseguenze, sia nella filosofia, che nella cognizione della realtà, che nell’informatica, che nella cultura in generale.